Doppio Misto

Neve
di Enrica Paresce (poesia di Laura)

C'è nella mia anima un foro, un po' slabbrato, da cui sfuggono volti candidi come fiocchi di neve. Ricordi bianchi di inverni oltre i margini del mondo. Quando la realtà quotidiana era ritagli di favola, bosco, ombre e artigli aspri di rovi, un volto amato incorniciato di dolore. Cose amate allora, ma ora, ora sono qui, e quell'allora è dietro.Gli angoli che ho svoltato da allora mi impediscono anche solo di scorgerlo in lontananza.

Ho solo qualche immagine sfocata come quella che ora danza per il camerino al suono di quella vecchia poesia che avevo trovato in soffitta.

"Mi ricordo... neve... neve... tutto bianco..
tranne l'abito nero di mia madre.
Era un luogo diverso, un tempo diverso, in cui l'attimo in cui una nuvola cambia profilo durava un intero dorato pomeriggio odoroso di fieno e gli anni scivolavano veloci da una stagione all'altra senza scosse. Nessun rombo di motore a turbare l'armonia. Nessuna scritta al neon a oscurare le stelle nel cielo.

"Un tempo rattrappito
che chiamavo infanzia
scrutando stelle bambine
fuori della stanza"
Ma non c'è ne più di sogni qui.

Ne di tempo.

La neve che aspiro lentamente, religiosamente quasi, non regala alle mie dita l'allegria di quell'altra neve, quella che maneggiavo dolorosamente le dita ghiacciate e le guance in fiamme, qui c'è solo friabile cenere di sigaretta e illusioni.

Non ci sono sogni qui.

"immaginando mondi
rotoli di pergamena
e io protagonista di una nuova scena ."

Ecco, volti eccitati che mi guardano.

Guardano me, solo me...

Una mobile marea di mani tese a ghermirmi, luci e denti lampeggianti: sorrisi? o ringhio di cani pronti a sbranarmi?

Entrambi... questa è la folla, il pubblico, la gente, gli altri.

Ora lo so.

Inalo ancora questa neve polverosa per dimenticare la paura e il rimpianto e apro la porta per soccombere ancora ed ancora alla sterile adrenalina di un applauso.